piccolo quartetto Max Mistery Bass
Max Mistery’s Custom Bass

C’era una volta un piccolo quartetto! è un breve racconto scritto da Max Zatini che ci ha inviato questo contributo che volentieri pubblichiamo. Max, oltre ad aver suonato in vari gruppi, è stato il primo bassista della “Comma_13 Band” ed è attualmente il bassista degli “Stolen Apple“.

Con questa breve storia riteniamo abbia voluto rendere omaggio, con i propri ricordi e le proprie percezioni, ad un luogo comune a tutti i musicisti. Cioè il posto dove essi svolgono le prove e dove solitamente si ritrovano anche per mettere a punto brani e nuove idee.

Al giorno d’oggi la maggior parte di loro si ritrova in locali appositamente attrezzati per tale scopo (sale prova), spesso impersonali ed asettici. I più famosi od anche solo i più fortunati dispongono di propri appositi locali dotati di tutto il necessario siano essi strumenti tecnici o musicali. Diversi anni fa questo ruolo era pressoché riservato alle “cantine”, appositamente insonorizzate anche artigianalmente od a luoghi comunque isolati. Con il passare del tempo, questi posti, trattengono e poi rilasciano, ai frequentatori in grado di percepirle, particolari sensazioni!

Non ci resta quindi che augurarVi una buona lettura di questa breve storia, visualizzabile, in formato pdf, dal link sotto indicato.

C’era una Volta un Piccolo Quartetto! (di Max Zatini)

………Non è la storia di una stanza prove. E’ una storia d’amore e di buffe ossessioni. La storia di un rifugio, dove insieme alle muffe si respira ancora il vortice di una festa di “Fine Anno” di tanto tempo fa! Dove gli spettri di tutti i giorni, le stanchezze, le vertigini, vengono sempre alla fine scacciate dalle note, che ancor prima di essere segni sul pentagramma, sono battiti del cuore di ogni persona che ha suonato lì dentro. Frammenti di pensieri tristi e di rabbie, distanze, cose incompiute che resteranno tali perché nessuno di noi, a parte rare eccezioni, ha mai saputo suonare davvero.

E’ la storia di una stanza dei sogni, di amore fisico per i legni e le corde, per qualcosa da tenere stretto a te quando non hai più nulla che ti tenga stretto. E’ un posto dove i suoni filtrano, ma le istanze più profonde di ciascuno restano trattenute dentro dallo stesso isolante che trattiene i disegni, e dove abitano suoni che nessuno sentirà mai perché, anche se accadesse, non suonerebbero come là dentro………..

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